Degli oltre 820 mila impianti fotovoltaici in Italia quasi 650 mila, poco meno dell’80%, sono stati installati prima del 2014, l’ultimo anno di applicazione del sistema di incentivazione del Conto Energia. Questo meccanismo non più accessibile a chi decide di installare nuovi impianti, mentre continua a remunerare, con una tariffa vantaggiosa per ogni kWh immesso in rete, i proprietari degli impianti installati quando era in vigore e per un periodo di 20 anni. Chi possiede un impianto incentivato con il Conto Energia, quindi, ha interesse a mantenerlo in piena efficienza ed eventualmente anche a potenziarlo, se possibile, per non vedere ridotto il beneficio legato alla produzione di energia elettrica dal sole.
Cos’è il Revamping
Cos’è il Repowering
Come funziona
Come funziona il revamping degli impianti? Non consiste soltanto nella rigenerazione dei pannelli fotovoltaici, ma in un’ampia serie di interventi che il Gestore distingue come “significativi” e “non significativi”.
Gli interventi “significativi” prevedono la sostituzione, rimozione e nuova installazione dei componenti principali, e cioè moduli e inverter; lo spostamento anche parziale dei moduli; la modifica del regime di cessione in rete o la variazione del codice identificativo del punto di connessione alla rete.
Se attua una modifica di questo tipo su un impianto con potenza superiore a 3 kW, il proprietario è tenuto a comunicarla al GSE entro 60 giorni dal completamento dell’intervento. Nel caso in cui non lo faccia, il rischio è, in caso di ispezione, di perdere il diritto all’incentivo. Questi interventi, in particolare, non possono aumentare la potenza nominale dell’impianto oltre il 5%, per i sistemi con potenza fino a 20 kW, oppure oltre l’1% per quelli con potenza superiore a 20 kW.